Utilizzo
dei pneumatici in campo motociclistico
Ha più grip..ha meno grip sul bagnato...sono gomme tenere, medie,
no sono gomme dure?.......tutti termini usati frequentemente per definire il
comportamento e la qualità degli pneumatici. Ma cosa vogliono dire? Cosa
significa chiedere quanto grip ha? Quanto è tenera o dura la
gomma? Cosa significa definire tenera una gomma?........termini usati più
propriamente nel caso delle costate di manzo. E' come se confrontando diversi
motori si dicesse: è più potente o meno potente, ha più coppia o meno coppia,
senza conoscere i concetti di coppia e di potenza e senza quindi associare a
queste grandezze dei valori numerici espressi in Kw e Nm.
Cerchiamo di fare un pò di chiarezza dando delle risposte a delle
semplici e intuitive domande.
Quale è il compito
del pneumatico?
La risposta è semplice, il pneumatico deve assolvere due
scopi:
- consentire il trasferimento della forza di spinta o di
frenata a terra;
- generare la forza
laterale necessaria per il mantenimento dell'equilibrio del motociclo in curva, o
lungo una traiettoria curvilinea come quelle generate ad esempio per schivare un
ostacolo, per effettuare un cambio di
corsia o per percorrere una curva ad S. Cerchiamo ora di capire come si
genera la forza laterale e che valore deve avere quando il motociclo percorre
una curva a raggio e a velocità costante (regime stazionario) e da quali
grandezze dipende.
E' facile intuire che la forza laterale
dipende dal carico verticale agente sulla ruota.
Maggiore è il carico maggiore è la forza laterale generata. Meno intuitivo è
comprendere la dipendenza della forza laterale dall"angolo di
rollio (angolo di piega) e dallo strisciamento laterale del pneumatico,
strisciamento laterale espresso dall"angolo di
deriva che sarà definito nel seguito.
La forza laterale dipende non solo dal carico, dall'angolo di rollio e
dall'angolo di deriva ma anche da altri due parametri che i motociclisti
conoscono bene: la pressione di
gonfiaggio e la temperatura del pneumatico in
condizioni di esercizio.
Consideriamo dapprima l'effetto dell'angolo di
rollio. L'impronta del pneumatico in posizione verticale con il piano
stradale ha una forma simmetrica ed ellittica; l"impronta rappresentata nella
figura 1 è colorata con toni di grigio la cui intensità è proporzionale alla
pressione tra ruota e piano stradale.

Figura 1. La figura
rappresenta l' impronta del pneumatico su
piano stradale e rispettivamente in posizione verticale e inclinata.
L'intensità del tono di grigio nel disegno dell'impronta è proporzionale alla
pressione tra pneumatico e piano stradale.
Come si può osservare nella figura posta a destra, quando la
ruota è inclinata, la particella di gomma che percorre l'impronta non segue la
traiettoria che seguirebbe se non vi fosse contatto con la strada. E' costretta
proprio a causa del contatto con la strada a seguire una traiettoria diversa,
ossia il contatto con la strada provoca la deformazione della carcassa del
pneumatico, deformazione che dà origine ad una forza laterale crescente
all'aumentare dell"angolo di rollio.
Per capire meglio questo effetto si pensi ad un pneumatico indeformabile,
come se fosse di metallo, che quindi è a contatto con il piano stradale in una
zona piccolissima assimilabile ad un punto. In questo caso non essendoci
deformazione della carcassa ed essendo il contatto puntiforme la forza dovuta al
rollio risulterebbe nulla.
La forza dovuta al rollio dipende quindi dalla forma e dalle dimensioni
dell'impronta, grandezze dell'impronta che dipendono a loro volta dalle
caratteristiche geometriche del pneumatico (raggio del pneumatico e raggio della
sezione) e dalla rigidezza laterale e
radiale della carcassa.

Figura 2. Le
rigidezze radiale e laterale dipendono dalle geometria, dal tipo di pneumatico
(anteriore o posteriore), dalle caratteristiche costruttive della carcassa
(radiale, a tele incrociate), dalla pressione e dal carico
verticale.
Consideriamo ora
l'effetto dello strisciamento laterale ossia dell'angolo di
deriva. Si definisce angolo di deriva l'angolo tra la direzione della
velocità di avanzamento e il piano della ruota. L'impronta in presenza di
strisciamento laterale risulta avere una forma asimmetrica. Nella prima parte
dell'impronta le particelle di gomma tendono a seguire la direzione della
velocità di avanzamento, poiché la velocità di avanzamento non coincide con il
piano della ruota le particelle contenute nell'impronta si deformano rispetto
alla carcassa del pneumatico. E' questa la zona di adesione dell'impronta.
Arrivati ad una certa deformazione le forze elastiche di richiamo dovute alla
deformazione della gomma superano le forze di adesione e pertanto le particelle
di gomma iniziano a strisciare rispetto al piano stradale. In questo caso si ha
una zona dell'impronta detta di strisciamento. L'integrale delle pressioni
laterali esteso a tutta l'area dell'impronta dà origine alla forza laterale di
deriva.

Figura 3. Origine
della forza laterale di deriva. La risultante delle pressioni laterali è la
forza laterale dovuta all'angolo di deriva.
Abbiamo visto che la forza laterale dipende sia dall'angolo di
rollio che dallo strisciamento laterale del pneumatico, strisciamento laterale
che abbiamo espresso mediante l'angolo di deriva. E' consuetudine
rappresentare la forza laterale al variare dell'angolo di deriva per valori
prefissati dell'angolo di rollio, come rappresentato nella figura 4 nel caso di
un pneumatico anteriore di tipo sportivo.

Figura 4. Forza
laterale al variare dell'angolo di deriva per vari valori dell'angolo di
rollio.
Questo tipo di rappresentazione è usata nel campo automobilistico
nel quale ovviamente gli angoli di rollio sono molto piccoli e gli pneumatici
producono le forze laterali richieste solo grazie allo strisciamento
laterale.
Molto diverso è il caso dei motocicli dove gli pneumatici lavorano
principalmente con il rollio e secondariamente con lo strisciamento laterale,
almeno per quanto riguarda la produzione della forza laterale. Diventa quindi
logico per gli pneumatici motociclistici rappresentare la forza laterale al
variare dell'angolo di rollio, per valori discreti dell'angolo di deriva, come
rappresentato nella figura 5.

Figura 5. Forza
laterale al variare dell'angolo di rollio per vari valori dell'angolo di
deriva.
La forza laterale può essere espressa analiticamente
mediante una funzione lineare dell'angolo di rollio e dell'angolo di deriva,
come se la forza fosse la somma di due componenti indipendenti tra di loro: la
componente di rollio e la componente di deriva.

Le costanti
K hanno anche un significato geometrico, rappresentano le tangenti delle
curve rispettivamente della forza laterale normalizzata in funzione dell'angolo
di rollio, con angolo di deriva nullo, e della forza laterale in funzione
dell'angolo di deriva, con angolo di rollio nullo.


Figura 6.
Significato geometrico della rigidezza di rollio e di deriva.Le rigidezze
indicate sono espresse in 1/rad.
Per comprendere
quanto debba valere la forza laterale consideriamo un motociclo mentre sta
percorrendo una traiettoria circolare con raggio costante e a velocità
costante.
Se trascuriamo l'effetto giroscopico, generato dalle ruote mentre
percorrono la curva, e il fatto che gli pneumatici hanno una sezione
considerevole ( il cui raggio medio di curvatura può superare anche i 100 mm nel
caso delle ruote posteriori) la forza laterale necessaria per garantire
l'equilibrio risulta uguale al prodotto del carico verticale per la tangente
dell'angolo di rollio.
Le ipotesi
semplificative introdotte equivalgono a considerare un motociclo virtuale con
ruote aventi momento di inerzia molto piccolo (ruote in magnesio o in fibra di
carbonio) con sezione molto piccola, tipo le ruote tubolari delle biciclette da
corsa.
Ad esempio con un angolo di rollio uguale a 45° la forza laterale è
uguale esattamente al carico verticale. La condizione di equilibrio è
rappresentata nella figura 6 che mostra che la forza centrifuga viene
equilibrata esattamente dalla somma delle due forze laterali generate dai due
pneumatici.

Figura 7. Equilibrio
del motociclo in curva. R indica il raggio di curvatura della curva, m la massa
del veicolo comprensivo del pilota e V la velocità di
avanzamento.
La figura 8 mostra le forze laterali anteriore e posteriore di due
pneumatici, rapportate ai rispettivi carichi verticali, al variare dell'angolo
di rollio. La figura riporta anche l'andamento della funzione:
che rappresenta la condizione di equilibrio in curva.
La forza laterale generata dal rollio, rapportata al carico verticale,
può risultare inferiore o superiore alla forza richiesta nella condizione di
equilibrio rappresentata dal valore della tangente dell'angolo di
rollio.
Nel primo caso, con forza di rollio insufficiente, si dovrà avere uno
strisciamento laterale ossia un angolo di deriva positivo che produrrà
l'aliquota della forza mancante all'equilibrio; nel secondo caso invece l'angolo
di deriva dovrà essere negativo in modo da ridurre la forza laterale che per
effetto del solo rollio risulta superiore a quella richiesta nelle condizioni di
equilibrio.

Figura 8. Esempio di
forze laterali anteriore e posteriore al variare dell'angolo di rollio. Le curve tratteggiate rappresentano le
forze laterali richieste per l'equilibrio in curva.
Consideriamo gli
pneumatici le cui caratteristiche sono rappresentate nella figura 7. Supponiamo
che il veicolo stia percorrendo una curva e che sia inclinato di 40°. La forza
di rollio nel caso del pneumatico
posteriore risulta insufficiente per l'equilibrio. Infatti con deriva zero la
forza laterale risulta pari a circa 0.73 (punto A) mentre la forza richiesta
risulta pari a 0.85. Il pneumatico posteriore quindi striscerà lateralmente
verso l'esterno e il valore dell'angolo di deriva sarà proprio tale da far
crescere la forza laterale al valore necessario per l'equilibrio, rappresentato
dal punto B.
Nel caso del pneumatico
anteriore si avrà invece nella condizione di equilibrio un angolo di deriva
negativo in quanto, per un angolo di rollio di 40°, la forza prodotta dal solo
rollio risulta (punto B) maggiore di quella necessaria per l'equilibrio (punto
A).
In questo caso il motociclo, a causa delle caratteristiche degli
pneumatici presenta un comportamento sovrasterzante. Infatti se consideriamo la
stessa motocicletta che percorre la stessa curva ma equipaggiata con pneumatici
ideali, in grado di fornire una forza di rollio proprio uguale a quella
richiesta, il raggio di curvatura risulterebbe maggiore come illustrato nella
figura 8.

Figura 8. Motociclo
in curva visto dall'alto.
Si potrebbe anche montare sull'anteriore un pneumatico scadente e
uno prestante sul posteriore. In sostanza si potrebbe avere il caso di
pneumatico con deriva al anteriore elevata e con deriva nulla o leggermente
negativa al posteriore. Il motociclo presenterebbe con questi pneumatici un
comportamento molto sottosterzante. Il comportamento sottosterzante potrebbe
risultare pericoloso in quanto, nel caso fosse necessario restringere la curva,
si richiederebbe al pneumatico anteriore una maggiore forza laterale ossia in
definitiva un maggiore angolo di deriva.
E se il pneumatico non
fosse in grado di generare questa maggiore forza cosa
succederebbe? L'anteriore scivolerebbe e la caduta sarebbe certa.
Il problema delle gomme non è tutto qui,
Ad esempio come è la dipendenza della forza di rollio e di deriva dalla
temperatura, dalla pressione? Le forze dipendono dai
carichi verticali, in modo proporzionale o non proporzionale?. Come si combina la
forza laterale quando è richiesta una forza longitudinale di frenata o di
spinta? Perchè cambiando gli pneumatici, pur dando una sensazione di tenuta, la
guida si sente diversa? Come vengono influenzate le caratteristiche di
maneggevolezza del motociclo dalle caratteristiche degli pneumatici?
Calma, le domande sono molte, a queste domande si cercherà di dare
risposte scientifiche corrette nei prossimi articoli. Nel frattempo
incominciamo a chiedere ai costruttori di pneumatici i certificati di collaudo
con l'indicazione dei valori delle
forze generate al variare dell'angolo di rollio e dell'angolo di deriva, della
pressione e della temperatura..
Forse è bene parlare con numeri alla mano........gomma tenera, dura, più grip.......sono solo parole vuote.
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