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l'Interfono |
Qualsiasi
circuito di interfono può essere inserito in un casco per moto,
ma ad una precisa condizione -tenerlo a basso volume- perché se
lo si aumenta leggermente, subito in cuffia si ode quel
fastidioso fischio causato dall’effetto Larsen. Per chi non sa
in che cosa consiste l’”effetto Larsen”, diciamo che si
tratta semplicemente di una reazione di BF determinata dal suono
emesso dall’altoparlante, che, captato dal microfono, viene
ulteriormente amplificato, per cui l’altoparlante lo riproduce
via via con maggior intensità tanto che, come risultato finale,
si ottiene un “fischio assordante”. Purtroppo viaggiando ad
una certa velocità, affinchè i messaggi che il pilota
indirizza viaggiatore (o viceversa) risultino totalmente
comprensibili, occorre tenere il volume alquanto alto, e in
queste condizioni l’effetto Larsen è inevitabile, a meno che
non si realizzino due amplificatori separati, ciascuno
alimentato da una propria pila, per evitare anche il ritorno del
segnale BF attraverso l’alimentazione. Il circuito che vi
proponiamo, appositamente progettato per evitare questo
fastidioso fischio, si compone di due amplificatori alimentati
separatamente da una pila a 9 volt. |
Schema
elettrico |
Come
visibile in fig. 1, lo schema elettrico di questo interfono per
motociclisti non si può certo considerare complesso. Infatti
vengono utilizzati due soli integrati tipo TBA.820 M, due
microfoni e due piccoli altoparlanti per l’ascolto. Avendo
voluto impiegare un solo integrato per canale e semplificare
quindi lo schema, abbiamo dovuto utilizzare un piccolo microfono
preamplificato, e, poiché questo richiede per la propria
alimentazione una tensione di circa 2 volt, abbiamo inserito nel
circuito un partitore resistivo (vedi R1-R2 per il canale
superiore e R10-R11 per il canale inferiore). Il segnale di BF
che esce dal microfono giungerà, tramite un condensatore di
disaccoppiamento (vedi C2 e C15), sul piedino d’ingresso 3
dell’integrato TBA.820 M e verrà prelevato dal piedino 5 già
amplificato e pronto per pilotare i nostri altoparlanti. Come è
possibile constatare, in questo circuito non esiste alcun
controllo di volume perché dalle prove effettuate questo è
risultato superfluo, comunque se si ritiene che il segnale abbia
una intensità troppo elevata, lo si potrà variare modificando
il valore della resistenza R5 per un canale e la R8 per
l’altro canale, inserendo al posto delle due resistenze due
potenziometri. |
Fig. 1
Schema elettrico
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Realizzazione
pratica |
Poiché
il motociclista dovrà tenere questo interfono entro una tasca
del proprio giubbotto, le sue dimensioni ed il suo peso dovranno
essere ridotti e per questo motivo abbiamo cercato di contenere
il tutto entro un piccolo mobiletto plastico della dimensione di
cm. 60x120 circa. Sul circuito stampato fig. 2 sarà ora
necessario montare tutti i componenti come visibile in fig.
3,
seguendo un preciso ordine di inserimento. Dapprima inserire i
due zoccoli per gli integrati e, dopo averne saldati tutti i
terminali, potrete iniziare a montare le resistenze, i
condensatori ceramici e i poliestere, tenendo per ultimi i
condensatori elettrolitici. Quando inserirete i condensatori
elettrolitici, dovrete fare attenzione alla polarità dei due
terminali, perché se inserirete quello positivo, dove andrebbe
inserito il negativo, il circuito giustamente si rifiuterà di
funzionare. Nel kit troverete infine dei piccoli terminali, che
dovrete inserire in tutti i fori a cui dovranno far capo i
cavetti e i fili di alimentazione. A questo punto potrete
prendere le due prese per pila e collegare il filo “nero” al
terminale contrassegnato con un -, e quello “rosso”
all’interruttore a slitta siglato S1/A-S1/B. Attualmente,
portando questo valore di 150 ohm a 100 ohm o 68 ohm, aumenta
l’amplificazione, portandolo invece a 180 o 220 ohm,
l’amplificazione si riduce. Qualora sia necessario, si potrà
aumentare o ridurre la sensibilità anche di un solo canale. Gli
altoparlanti da utilizzare sull’uscita di questo amplificatore
debbono avere una impedenza di 16 ohm, quindi per ottenere il
valore richiesto, utilizzeremo due piccoli altoparlanti (uno per
orecchio) da 32 ohm, collegati in parallelo. Se qualcuno vorrà
utilizzare degli altoparlanti da 8 ohm, dovrà necessariamente
collegarli in serie, per ottenere ancora l’impedenza richiesta
di 16 ohm. Avendo così ultimato la descrizione di questo
semplice circuito elettrico, possiamo passare alla sua
realizzazione pratica. Terminato il montaggio di tutti i
componenti, dovrete prendere il circuito stampato e fissarlo
provvisoriamente entro il mobiletto plastico; inserite poi in
basso due pile da 9 volt, collocando nello spazio vuoto presente
al centro il doppio deviatore a slitta, dopo aver praticato
nella scatola un’asola per farne fuoriuscire la leva a slitta.
Per forare il coperchio di questa scatola, vi consigliamo di
disegnare una maschera di foratura su di un sottile cartoncino.
Prendete quindi un cartoncino e ritagliate sopra ad esso una
piccola asola per farvi entrare la leva del deviatore. Dopo aver
inserito tale levetta nell’interno dell’asola, praticate sul
cartoncino due fori di fissaggio per il deviatore e quindi
fissatelo con due viti a dado. Provate ora a spostare la levetta
del deviatore da una estremità all’altra. Se la lunghezza
dell’asola è insufficiente, potrete facilmente allungarla
usando un paio di forbici. Fatto questo, appoggiate questa
sagoma in cartone nell’interno della scatola e realizzate su
quest’ultima una identica foratura. Con un trapanino praticate
subito i due fori da 2,5 mm. per il fissaggio del corpo. Se vi
troverete in difficoltà nel realizzare l’asola rettangolare
per la leva, seguendo le indicazioni che vi forniamo qui di
seguito, risolverete in pochi minuti anche questo problema. Con
la stessa punta utilizzata precedentemente, praticate
nell’interno del rettangolo due fori, poi fondete la parte
centrale di tale asola e con una piccola lima quadrata e3
stretta, sagomatene perfettamente il perimetro. Lateralmente su
tale scatola (più precisamente in prossimità delle due viti di
fissaggio del circuito stampato alla scatola),dovrete realizzare
due fori per far uscire i fili che andranno ai microfoni e agli
altoparlanti. Da questi fori usciranno un filo schermato per il
microfono, un filo schermato per l’altoparlante ed un filo per
l’alimentazione del microfono. Per l’alimentazione del
microfono e per l’altoparlante si potrebbe anche usare una
sottile piattina a 3 fili. Estraete ora lo stampato dalla
scatola e saldate questi fili sui terminali presenti ai due lati
del circuito stampato, eseguita tale operazione, saldate sul
terminale positivo di alimentazione di ogni canale un corto
spezzone di filo, che andrà saldato successivamente sui
terminali del deviatore. A questo punto potrete inserire nei due
zoccoli gli integrati rivolgendo la tacca di riferimento come
visibile nel disegno pratico e fissare definitivamente
nell’interno della scatola il circuito stampato ed il
deviatore a slitta, collegando poi ad esso il filo positivo di
alimentazione. I fili che escono dalla scatola e che dovrebbero
giungere al microfono e all’altoparlante, andranno lasciati
lunghi circa 15-20 cm. Perché, come vedesi in fig. 4, conviene
collegare a questi spezzoni di filo due connettori ad innesto,
per dare al passeggero la possibilità di scendere dalla moto
senza alcun impedimento, sfilando semplicemente il suo
connettore. |
Fig. 2
Circuito elettrico
Fig. 3
Schema di montaggio
Fig. 4
Collegamenti nel casco
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Microfoni e altoparlanti dentro
al casco |
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Come
voi stessi potrete constatare, i due altoparlanti e il microfono
hanno dimensioni tali da essere facilmente collocati sotto
l’imbottitura presente in ogni casco. Ovviamente i due
altoparlanti andranno appoggiati in prossimità dei padiglioni
auricolari, mentre il microfono sulla parte anteriore del casco.
Non è necessario che la parte frontale del microfono risulti
rivolta verso la bocca, perché, considerata la sua sensibilità,
è in grado di captare la nostra voce anche se non perfettamente
orientato. E’ comunque preferibile, dove sia possibile,
rivolgerlo verso la bocca, per far si che il microfono capti la
minor quantità di rumori esterni. In fase di collaudo, in un
primo momento avevamo risolto il problema del fissaggio del
microfono, incollandolo internamente con un po’ di
cementatutto. A proposito del microfono, siccome ne esistono
vari modelli, riteniamo utile riportare le quattro diverse
connessioni che attualmente conosciamo (vedi fig. 5).
Partendo da sinistra è possibile notare che in questo primo
modello il terminale M (massa) è collegato direttamente al
metallo del corpo. Al centro abbiamo il terminale U (uscita
segnale BF), mentre nel lato esterno è presente il terminale +
di alimentazione.
Nel secondo modello che si potrebbe facilmente confondere con il
quarto modello visibile a destra, per avere la parte superiore a
mezzaluna e i due settori inferiori, si noterà che la
disposizione dei terminali + UM non è la stessa. Per evitare di
stabilire dei collegamenti errati, dovrete controllare
attentamente il terminale M. La freccia da noi riportata
evidenzia che nel modello posto a sinistra è presente in basso
una sottile linguella metallica, che cortocircuita questo
terminale M al metallo dell’involucro, mentre nel modello
posto a destra questa piccola linguella è presente sul
terminale a mezzaluna. Individuato quale dei tre terminali
risulta collegato all’involucro metallico del microfono,
potrete subito stabilire quale sarà nei due modelli il
terminale + e quello U.
Per il terzo microfono, che dispone di tre terminali di identica
forma, individuato quello la cui linguella risulta collegata
all’involucro metallico, sulla sinistra avrete il terminale +
e sulla destra il terminale U. Per il collegamento tra circuito
stampato e microfono dovrete usare il cavetto schermato,
possibilmente a 2 fili. La calza metallica andrà collegata al
terminale M, e, poiché i due fili presenti internamente hanno
sempre colore diverso, ne sceglierete uno (ad esempio bianco o
blu) per il terminale U e un altro (rosso) per il terminale di
alimentazione. E’ ovvio che se invertirete uno dei tre fili,
il microfono non potrà funzionare, quindi nel dubbio conviene
sempre collegare un microfono ad un ingresso e provare se
dall’altoparlante esce il segnale amplificato. Facciamo
presente che se l’altoparlante non
è racchiuso entro il casco, l’effetto Larsen non potrà
essere evitato e che, comunque, se udrete questo caratteristico
“fischio” è ovvio che il microfono “amplifica”. A
questo punto riteniamo non ci sia altro da aggiungere, quindi vi
lasciamo al vostro lavoro, poiché possiate sfruttare al più
presto questo interfono con la simpatica passeggera che
sceglierete come collaudatrice. |
Fig. 5
Microfoni
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Elenco dei componenti |
R1
= 1.00 ohm 1/4 watt
R2 = 4.700 ohm 1/4 watt
R3 = 10.000 ohm 1/4 watt
R4 = 10.000 ohm 1/4 watt
R5 = 150 ohm 1/4 watt
R6 = 1 ohm 1/2 watt
R8 = 150 ohm 1/4 watt
R9 = 10.000 ohm 1/4 watt
R10 = 4.700 ohm 1/4 watt
R11 = 1.000 hom 1/4 watt
R12 = 10,000 ohm 1/4
watt |
C1
= 10 mF elettr. 16 volt
C2 = 1 mF poliestere
C3 = 100.000 pF poliestere
C4 = 100 mF alettr. 16 volt
C5 = 100 mF alettr. 16 volt
C6 = 220 pF a disco
C7 = 100 mF alettr. 16 volt
C8 = 220.000 pF poliestere
C9 = 100 mF alettr. 16 volt
C10 = 220.000 pF poliestere
C11 = 220 pF a disco |
C12
= 100 mF alettr. 16 volt
C13 = 100 mF alettr. 16 volt
C14 = 100.000 pF poliestere
C15 = 1 mF poliestere
C16 = 10 mF elettr. 16 volt
IC1 = TBA.820M
IC2 = TBA.820M
MICRO1 = microfono preamplificato
MICRO2 = microfono preamplificato
ALTO1 = cuffia 16 ohm
ALTO2 = cuffia 16 ohm
S1a-S1b = interruttore doppio |
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Testi
e immagini tratte dalla rivista "Nuova Elettronica"
n.107 |
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