Il Viaggio

I viaggi del BMWgsclub

Periodo: 13 - 28 maggio
Partecipanti: Nicola & Cinzia, Marcello, Federico, Alessandro, Alfredo & Daniela, Roberto, Stefano & Barbara, Ivan, Antonio & Carla, Maurizio, Emanuele, Fabrizio
Moto: BMW R 1150 GS - Bmw R 1150GS Adventure - BMW F 650 GS R80 Basic
Mezzi d'appoggio: Land Rover Defender 90 con carrello
e-mail: info@bmwgsclub.com

Giorgio Ricci

Giorgio Ricci è un viaggiatore puro, specializzato in percorsi fuori strada è responsabile dei viaggi Off – Road di Raid Inside, ha conosciuto la realtà di gran parte del Sud America fino alla sua punta estrema, la Terra del Fuoco, esperto di piste Africane, ha inoltre visitato l’Islanda, l’Irlanda, il Nord Europa fino a Capo Nord, l’Australia (dove ha percorso più di 60.000 Km), Asia giungendo fino a Taskent in Uzbekistan.
Ha collaborato con i più importanti Tour Operator del settore in qualità di guida.
Appassionato di moto BMW, ne ha avute diverse per oltre 20 anni e con le quali ha fatto la maggioranza dei suoi viaggi attorno al mondo, è inoltre istruttore di vela ed è stato anche componente dell’equipaggio di Azzurra nelle regate Australiane.
 

PREMESSA

Siamo un gruppo di amici che grazie alla collaborazione del BMW GS Club ha organizzato un viaggio in Marocco dal 13 al 28 maggio 2005, ognuno ha partecipa all’organizzazione nella misura in cui ha vuoluto, quindi niente agenzie, ognuno ha provveduto in proprio a pagarsi Hotel, pranzi, cene, passaggi nave, ecc., l’unica cosa è che la sicurezza messa al primo posto ci ha consigliato di tassarci per una modesta cifra procapite per portarci con noi Giorgio Ricci esperta guida di Raid on/off e con all’attivo numerosi viaggi in moto in tutto il mondo e dei quali almeno quattro o cinque volte in Marocco ci ha guidato con il suo Land Rover (Defender 90) con scorte di benzina (è vero che in Marocco non vi sono eccessivi problemi per rifornirsi, ma può sempre succedere di preventivare un pieno di benzina in un’Oasi del Sud e se l’unica pompa ha finito il carburante? Ecco che allora le scorte sul Defender ci possono tornare utili!!!), bagagli ed eventuali passeggeri che nelle tappe più impegnative preferiscono un comodo sedile del Land, e magari caldo attraversando l’Atlante. Senza contare che questo ci ha permesso di avere al seguito un carrello porta moto, che può tornare utile in mille maniere, immaginate (fate pure i dovuti scongiuri) le conseguenze di una scivolata con una distorsione e forti contusioni se non peggio, chi guida la vostra moto? Meglio caricarla sul carrello e curarsi nella giusta maniera, o provate ad immaginare un (seppur difficile sulle moto Bianco Blu) guasto meccanico su una pista o anche semplicemente una foratura al termine di una giornata faticosa, a pochi Km dalla meta giornaliera e magari con l’approssimarsi dell’oscurità, meglio caricare la moto e ripararsi la foratura con calma!!! Tutto questo senza un’agenzia quindi mantenendo intatto lo spirito di avventura ed una certa libertà, oltre che contenendo i costi. Regola fondamentale e stata il programma giornaliero di massima che ognuno ha ricevuro prima della partenza e giorno per giorno con le maggiori informazioni possibili relative alla tappa giornaliera e poi una certa libertà nel movimento!!!
Il Tour in Marocco vero e proprio è da considerarsi come partenza da Fes, questo ha permesso a chi avesse gravi problemi di tempo di arrivare a Fes in aereo e ripartire da Tangeri, facendosi portare la moto da Giorgio sul carrello a seguito del Land Rover.

venerdì 13

Finalmente è il giorno della partenza, della verità, sono mesi che cerco di formare il gruppo che oggi parte per il Marocco, il viaggio da me proposto ha avuto il patrocinio del sito www.bmwgsclub.com ed è, pertanto, divenuto il viaggio del BMW GS Club, un club ancora virtuale e che con questo viaggio ha la sua reale consacrazione pratica, ma come andrà con alcune persone che neanche si sono mai viste in faccia? Alcuni dei partecipanti non li conosco neanche io prima della partenza! Mesi passati a tenere i contatti con i partecipanti ed i rinunciatari, l’amministrazione del gruppo, contatti con Giorgio (il nostro angelo custode), studiare e perfezionare gli itinerari, dispensare consigli a chi non è mai stato in Africa (sulla preparazione della moto abbigliamento, medicinali, ecc. sia attingendo alla mia piccola e personalissima esperienza che consultandomi con chi è molto più preparato di me), risolvere piccoli e grandi problemi burocratici, fare le prenotazioni e biglietti nave ed infine siamo anche riusciti a trovare nell’Officina autorizzata BMW Collalti Motors di Roma una sponsor che ci ha offerto le magliette ricordo del Tour. Ora tutto questo è finito, ora inizia il viaggio, infilo il casco, chiudo la visiera inserisco la prima e la moto seppur giovanissima, ha appena 15 mesi, parte per la sua seconda avventura in Africa (lo scorso anno ero stato in Tunisia). In questo momento mi rendo conto che ormai è la verifica di quanto pianificato, solo che la mia pianificazione mi rende responsabile delle vacanze di altre 15 persone, avrò programmato bene? I posti da vedere sono belli? Potevo fare di più? Mentre tutti questi pensieri ed altri simili affollano la mia mente ecco che giungo sulla Via Aurelia all’appuntamento con Roberto su R 1150 GS, l’appuntamento è alla prima area di servizio dopo il GRA, dopo i saluti di rito (ci eravamo già conosciuti al GS Raider a Lucca qualche settimana prima) ed un’occhiata alle gomme e a come abbiamo preparato la moto mangiamo un tramezzino insieme e via alla volta di Civitavecchia. Davanti al porto turistico di Riva di Traiano l’appuntamento è con Giorgio e quando lo vedo arrivare con il Land Rover e le moto di Maurizio e Antonio sul carrello mi sento più sicuro, Giorgio con la sua esperienza mi da sicurezza e molte cose sono state pensate e decise insieme, almeno ho qualcuno con cui divedere la responsabilità delle scelte fatte!!!
Arrivati in porto incontriamo Stefano con Barbara (già li conoscevo) su R 1200 GS, Nicola con Cinzia (che ancora non avevo avuto modo di conoscere) su GS Adventure e Alfredo con Daniela (Alfredo lo avevo già conosciuto, ma Daniela no, è la prima volta che la vedevo) su R 1200 GS. Dopo i saluti e le presentazioni di rito andiamo al Check – In e primo problema chiedono i documenti di tutti e Fabrizio non è ancora arrivato, dopo suppliche varie riesco a farmi consegnare anche la sua carta d’imbarco, fiduciosi, ma di Fabrizio ancora neanche l’ombra, arriva il momento di farci annullare i biglietti stessa supplica ed otteniamo anche per Fabrizio la registrazione elettronica come fosse presente, ma lui dov’è al cellulare non risponde, ovvio guida la moto, ormai sono le 18,00 c’imbarchiamo, leghiamo le moto, ma Fabrizio? Andiamo in cabina, ci cambiamo, un paio di Jeans e via sul ponte ad aspettare Fabrizio con trepidazione, ma verrà? Gli sarà successo qualcosa? Ecco finalmente che alle 18,25 circa squilla il mio cellulare è lui è a bordo, tiro un sospiro di sollievo, corro nella stiva e finalmente conosco anche lui e la sua R 1200 GS, la prima parte del gruppo di viaggio è ormai completa, sulla nave siamo 9 sui 16 totali più Giorgio, ceniamo tutti insieme e poi ad uno dei bar della nave per il dopo cena, così cominciamo a conoscerci meglio.

sabato 14

La mattinata scorre lenta sulla nave, fra la colazione ed il sole in piscina, alle 12 un breve pranzo al Self Service e la nave arriva a Barcellona abbastanza puntuale, secondo i canoni previsti sbarchiamo dopo oltre un’ora, siamo fra gli ultimi, come sempre, prima i camionisti che hanno i camion in mezzo, altrimenti non si può neanche passare, poi i passeggeri senza mezzi propri ed infine i passeggeri con auto e moto!
Prendiamo la strada per Valencia non senza qualche difficoltà dovute ad errori di lettura sul GPS (fantastico strumento, ma alle volte……… è rimasta famosa la svolta con la segnaletica Barcellona tutte le direzioni e noi cosa si fa? Si segue il GPS per Barcellona, ma ne eravamo appena usciti! Risultato? Un giro lunghissimo per riuscire a tornare sulla corretta via!).
Procediamo lentamente sulla super strada cercando di risparmiare le gomme (arriveranno le tassellate che abbiamo tutti a fare i 5/6.000 Km di tutto il percorso e dei quali una buona parte su asfalto? Questa è un’altra domanda che mi assilla nel casco per tutto l’attraversamento della Spagna, ho consigliato io a tutti le gomme tassellate per muoversi meglio sulle piste, ma avrò fatto bene? Vado piano così cerco di evitare di scaldarle e di rovinarle il meno possibile! Lungo la strada ci raggiungono Federico con la sua R 1150 GS anabolizzata (basta vedere il serbatoio da 41 lt!), Marcello su F 650 ed Alessandro su F 650 Dakar che avevano preso la nave Genova Barcellona che arrivava un’ora dopo la nostra, ci fermiamo ad una stazione di servizio e facciamo conoscenza con questi altri 3 compagni di viaggio (Federico lo avevo conosciuto al GS Raider, mentre Alessandro e Marcello era la prima volta che li vedevo).
La sera arriviamo all’Hotel IBIS a Valencia, una comoda catena di alberghi presenti in mezzo mondo e che assicurano un buon standard qualitativo ad un prezzo accettabile. Questa volta il GPS funziona bene, o almeno noi lo interpretiamo bene ed arriviamo davanti l’albergo! C’è anche il garage, ma a parte, facciamo subito una convenzione che due moto pagano come una macchina (abbiamo o no la metà delle ruote?).
Per cena vanno tutti a mangiare fuori, mentre Giorgio ed io rimaniamo in albergo, mangiamo un frugale e ci studiamo le problematiche che potrebbero insorgere nei giorni a venire.

domenica 15

Partiamo per Algeciras sono 900 Km circa, il gruppo si divide fra chi preferisce accelerare per arrivare prima e chi preferisce un’andatura più turistica per goderci il panorama, insomma gustarsi appieno anche la Spagna, io appartengo al secondo gruppo così arriviamo ad Algeciras che gli altri hanno già fatto la doccia, ma che buone quelle Tortillas mangiate in un bar lungo una stradina secondaria e per 5 Euro a testa!
Ad Algeciras incontriamo Maurizio su R 80 GS, Emanuele (unico passeggero del Land Rover, senza moto) e Antonio con Carla su R 1150 GS, giunti oggi pomeriggio a Malaga in aereo, ora finalmente il gruppo è completo e domani entriamo finalmente in Marocco!

lunedì 16

Di buon ora lasciamo l’albergo ad Algeciras e ci dirigiamo al porto, Giorgio entra dove ci sono tutte le biglietterie per le navi per Tangeri e crede di spuntare un buon prezzo, dietro a lui tutti iniziamo a fare il biglietto, ma nel frattempo, sempre Giorgio, trova un altro botteghino che fa un prezzo inferiore e dopo una breve discussione rimborsa i biglietti già fatti (anche con carte di credito!) e tutti al nuovo botteghino, finalmente facciamo il biglietto, ci dirigiamo alla nave e ci imbarchiamo, dopo una veloce legatura alle moto (il mare è buono, ma Nico ed io rinforziamo le legature fatte dal personale della nave e ne facciamo altre, questa sarà una costante per tutti i traghetti, alle nostre “bimbe” ci teniamo!) tutti sul ponte, dopo poco lasciamo gli ormeggi ed il vecchio continente! Durante la navigazione c’è la possibilità di cambiare gli Euro in Diram, mentre un rappresentante della polizia marocchina effettua un primo controllo documenti con relativo timbro sul passaporto. Nel frattempo attraversate le Colonne d’Ercole, ed entrati in Atlantico, in circa 2 ore sbarchiamo a Tangeri.
Qui cominciano i controlli doganali lunghi e noiosi, ma per fortuna Barbara parla bene il francese ed interloquisce per tutti così riusciamo a velocizzare le operazioni ed in un’oretta siamo fuori. Nel frattempo Maurizio ed Antonio scaricano le moto dal carrello, ma il mitico R 80 GS Basic di Maurizio non vuole partire, batteria a terra sigh! Proviamo a spingere tutto inutile, appena passata la dogana proviamo a trainarla, io tiro con la mia moto e Giorgio sul GS 80 riusciamo a farla partire subito, ma non potevamo farlo prima risparmiandoci una bella sudata? Finalmente usciti dal porto partiamo direzione Fes, inizialmente Giorgio è avanti, ma ben presto tutti lo superiamo, la strada è bella, scorrevole, ricca di verde, sembra quasi di essere in Toscana, ma i vecchi camion che incrociamo frequentemente ricordano a tutti i moniti miei e di Giorgio: andare piano perché l’asfalto è viscido, impregnato dall’olio motore perso da questi vecchissimi camion!!!
Dopo poco usciti da una curva troviamo che l’asfalto finisce: tutto brecciolino, stanno ripristinando il manto stradale!!! Segnaletica dei lavori in corso? Cosa è? Est l’Afrique! Per fortuna tutti abbiamo margine per manovrare: chi rallenta e piano piano con i piedi a terra e chi, seguendo i consigli dei fuori stradisti, apre il gas per alleggerire l’avantreno usciamo indenni da almeno 500 mt di brecciolino a sassi grossi!!! Nei 2 o 3 Km successivi l’esperienza si ripete almeno un paio di volte!
Si sta facendo tardi e così i primi si mettono ad alzare il ritmo e gli ultimi devono fare autentiche corse per riprendere dopo i sorpassi a camion e auto che rallentano la marcia, alla prima sosta decidiamo di dividerci fra chi ha più voglia di manetta e chi preferisce andare più tranquillo e godersi il panorama!!!
Arrivati a Fes, l’Hotel consigliato da Giorgio lo troviamo completo ed il gruppetto dei primi fermo per strada che aspetta, Giorgio ha contattato subito una guida che conosceva, ci ha portato in un altro Hotel molto bello, anche se più fuori mano, le moto ce le fanno parcheggiare in cortile! Dopo una buona doccia, la guida di Giorgio ci procura taxi per tutti (sembra il film di Alberto Sordi con tutta la fila di Taxi che ci aspetta!) e ci accompagna a cena in un tipico ristorante della Medina molto bello e si mangia anche bene, finalmente cus – cus, era un anno che non lo mangiavo!!!
Dopo cena stessa scena con i taxi e si rientra in Hotel.

martedì 17

 

La mattina dopo la prima colazione ci raggiunge la solita guida che con la solita fila di Taxi ci porta a visitare la Medina, la visita è interessante e si snoda fra tutti i vicoletti, immancabile il negozio di tappeti con relativo tè alla menta e l’interessante visita alla conceria, una delle più vecchie del Nord Africa! Qualcuno di noi approfitta della conceria per acquistare dei puffi. Altri acquistano scialli, oggetti vari d’artigianato locale, i prezzi sono molto buoni, ma soprattutto è la contrattazione a divertirci, si riesce anche a strappare il 50 % del prezzo richiesto inizialmente basta essere determinati ed andandosene spesso ti corrono dietro per dire che accettano l’offerta, un vero divertimento la trattativa!
Terminata la visita torniamo in albergo e prendiamo la strada per Lac de Tisilit, subito ci dividiamo nuovamente in due gruppi, quelli che hanno più fretta davanti e quelli che guardano il panorama dietro, così percorriamo una bella strada asfaltata, panoramica, ricca di vegetazione che ci ricorda le strade di casa nostra. Senza che ce ne accorgiamo superiamo i 2.000 mt! Le uniche testimonianze dell’altitudine sono l’altimetro del GPS e il freddo che ad Arzou ci consiglia di fermarci e mettere una felpa! Ripartiti mi metto io in testa al gruppo dei tranquilli avendo chiaro il percorso, ma uscendo dal paese in una strada in discesa resa viscida dall’olio motore perso dai numerosi e vetusti camion una macchina che procede in senso inverso decide di svoltare a sx tagliandomi la strada e fregandosene bellamente del nostro sopraggiungere, oltretutto si ferma per traverso proprio davanti a me, vado a frenare, ma la ruota anteriore, complici anche le ruote tassellate perde di aderenza, l’impatto è pressoché inevitabile (nonostante procediamo a bassa velocità, sui 50 Km orari), in un attimo il cervello mi mostra la sequenza filmata dell’impatto con la moto forcelle storte, cerchio distrutto, ecc. e nella stessa frazione di secondo opto per una scivolata sperando che non sopraggiunga nessuno, così ritiro freno anteriore e posteriore e cerco una sbandata con relativa scivolata, tutto bene non sopraggiunge nessuno la moto passa nell’altra metà della carreggiata ed evita l’auto ferma! Danni fisici nessuno grazie alle protezioni della mia Ralle 1, danni riportati dalla moto il paramotore in metallo graffiato e leggermente storto, paracilindri in plastica rotto, testa graffiata ma intatta, paramani graffiato, borsa laterale che si toglie dal supporto, poi constato il telaio storto e la serratura rotta! Con una buona cinghia lego la borsa, per il resto la moto è tranquillamente in grado di riprendere la marcia, tuttavia rimangono le pratiche burocratiche, l’auto nel frattempo si era eclissata all’interno della struttura dove voleva entrare, poi rivelatosi l’Ospedale! Interviene la Polizia, la donna alla guida viene rintracciata, e le viene addebitata la colpa e facciamo il CID, nel frattempo, per fortuna, passa il gruppo di quelli che erano in testa, ma non erano davanti? Hanno sbagliato strada! Così Stefano e Barbara si fermano e la buona conoscenza del Francese di Barbara mi aiuta notevolmente per la soluzione della problematica, tornati dal posto di polizia al luogo dell’incidente ho trovato che gli altri mi avevano raddrizzato il paramotore e fissato il paracilindri di plastica con del Grey Tape, siamo pronti a ripartire, ma quanto tempo perso!
Arrivati a Khenifra cerchiamo di mangiare qualcosa e facciamo l’ultimo pieno, da qui per tutto l’attraversamento dell’Atlante non troveremo più benzina, per fortuna c’è Giorgio che ha delle taniche sul Land Rover di sicurezza! Chiediamo al distributore informazioni sulla strada, ci assicurano che ormai la pista è tutta asfaltata, così quando arriviamo al bivio per la pista, che c’immette all’interno della catena montuosa e la troviamo bianca, abbiamo qualche perplessità, ma è quella giusta dopo poco ritorna ad essere asfalto e così facciamo una strada bellissima, con panorami da sogno, e completamente deserta! In alcuni tratti diventa molto stretta e sale parecchio! Incontriamo lungo il percorso un solo villaggio dove ci fermiamo pochi minuti per qualche fotografia e per fumare una sigaretta, ma in realtà è per assoparare gli odori, i colori, i rumori, ecc. di questo pezzetto d’Africa così lontano da noi! Riprendiamo la marcia, ormai il buio sta calando e dopo 70 Km di pista, seppur quasi tutta asfaltata, incomincio a dubitare della bontà della direzione è quasi buio, l’asfalto non è dei migliori con molta terra sopra, la strada è stretta (due veicoli non ci passano) e non ha nemmeno i parapetti, procediamo con prudenza e mi preoccupo, sono davanti ed ho fatto strada, sarà giusta? Nico e Cinzia, Antonio e Carla e Fabrizio mi stanno seguendo si fidano e se abbiamo sbagliato? Agli incroci abbiamo svoltato correttamente? Altri non ne ho visti! E mentre il tarlo del dubbio alimentato dall’oscurità e dall’orario si insinua in me ecco che giriamo una curva e ci siamo! Bellissimo davanti a noi si staglia il lago a circa 2.500 mt.! Scendiamo lungo la strada arriviamo sulla sua sponda ed eccoci subito davanti al rifugio che ci ospiterà per questa notte!

mercoledì 18

La mattina qualcuno si alza di buon ora per godere lo spettacolo veramente unico del lago all’alba, poi dopo la prima colazione, facciamo pochi Km di un semplice sterratino e raggiungiamo il vicino Lac de Isli. Altro posto incantato, non c’è nulla, incontriamo solo un pastore berbero con una ragazza, Alfredo riesce anche a convincerlo a farci fare una fotografia ricordo, poi il ritorno al rifugio, carichiamo le moto e riprendiamo la strada per scendere attraverso le Gole del Todra, i panorami sono incantevoli e la pista in terra è facilmente percorribile, anche dalle coppie e da Antonio (l’unico con gomme stradali e nessun’esperienza fuoristradistica) che riescono a cavarsela tranquillamente ed a tenere un buon passo. Giunti all’ingresso di Agoudal, il paesino dove si divide in due la pista ed una scende per le Gole del Todra e l’altra per Gole del Dades, ci fermiamo e ricompattiamo il gruppo. Qui incontriamo un gruppo di francesi su 4X4 fermi a mangiare nell’unico punto di ristoro, ci fermiamo anche noi, è il famoso posto promesso da Giorgio dove il proprietario dal piede storto prepara delle Tortillas da leccarsi i baffi! Mentre noi ci consultiamo se fermarci o proseguire passa un’altra comitiva di Toyota francesi che però riprende subito la marcia dopo una brevissima sosta. Alla fine, visto lo spirito del viaggio dove nulla è imposto, alcuni decidono di proseguire e di fermarsi dopo le gole mentre altri, me compreso, optiamo per assaggiare queste famose Tortillas Marocchine, mentre aspettiamo Carla e Fabrizio fanno un giro del paese e scattano alcune foto e riprese video. Dopo aver mangiato le famose Tortillas (veramente buone, ne valeva la pena!) riprendiamo la marcia, la pista è sempre semplice e il panorama è d’incommensurabile bellezza!!! Dopo circa altri 40 Km la pista diventa asfaltata e incominciamo ad entrare nelle gole, la sensazione è di passare sul fondo di Canyon, stupendo!!! In fondo alle gole la possenza di queste montagne che ci circondano ci lasciano senza fiato, l’unica cosa che ci disturba è che ormai siamo all’uscita delle gole e quindi incontriamo pullman di turisti, sembra di stare a Fontana di Trevi! Proprio sull’uscita incontriamo gli altri, che si erano avviati ed hanno mangiato in un ristorantino proprio qui, il posto è bello, sappiamo che hanno mangiato bene e siamo contenti per loro, ma il fascino di quelle Tortillas sull’Atlante dove in pochi possono arrivare rimarrà nei nostri cuori!!!
La sera, come da programma, ci fermiamo nel vicino paese di Tinerhir e finalmente facciamo rifornimento, il paese non offre molto, ma visto che siamo riusciti ad arrivare presto finalmente riusciamo a fare il bucato, poi una passeggiata per il paese e la sera cena in Hotel compresa nel prezzo.

giovedì 19

Ripartiti da Tinerhir direzione Merzouga, dopo un breve tratto di strada asfaltata decidiamo di proseguire per una pista in direzione sud, Antonio e Carla preferiscono la strada asfaltata (Antonio è sempre l’unico con gomme stradali). La pista è pietrosa e bellissima, ma un poco insidiosa, così porta a camminare un poco troppo e tutti chi più chi meno ne pagano le conseguenze! I danni riportati alla fine saranno comunque lievi (il sensore ABS del 1150 GS di Federico per una pietra che è schizzata da sotto la ruota di Roberto, il cerchio anteriore ed il sensore di sicurezza del cavalletto della F 650 Dakar di Alessandro storto a causa di un dritto in curva e urto contro una pietra e poi averla coricata da un lato, non ci sono altri danni) ed in breve con del nastro grigio, tipo americano, facciamo chiudere il contatto del cavalletto e riprendiamo la marcia, al cerchio ci penseremo dopo, per ora va! Per il resto solo qualche spavento come il dritto di Alfredo senza conseguenze, ed un’innocente scivolata, quanto inevitabile, di Stefano, consigliano Barbara e Daniela di passare sulla Jeep, l’unica che resiste è Cinzia!
Usciti dalla pista ci fermiamo e mentre Roberto va nel vicino paese a comprare dei panini e Coca – Cola Giorgio cerca di sistemare al meglio la ruota di Alessandro, tira i raggi, cerca una centratura ed alla fine ci riesce (il primo ed unico intervento di Giorgio come assistenza tecnica) la ruota a bassa velocità ondeggia, ma superati i 40 Km/h regge bene, tanto che ci tornerà fino a Genova!!!
Ripresa la strada che ha tanto l’aria di essere una pista che attraversava il deserto ed oramai asfaltata, in un’ora circa giungiamo a Rissani dove incontriamo Antonio e Carla che ci aspettano, ci comunicano che la strada da loro non era particolarmente bella se non per la parte finale con un bel palmeto, siamo contenti della scelta fatta per la pista! Ripresa la marcia direzione Merzouga dove giungiamo dopo pochi minuti e ci dirigiamo subito fuori del paese alla ricerca di un Hotel fra le dune, la scelta è presto fatta, c’è la possibilità di scegliere fra le tende berbere e le comode camere, ma preferiamo tutti queste ultime!!!
La temperatura al sole supera i 50°, ma all’interno dell’Hotel è fresco senza aria condizionata! Dopo la doccia ed il bucato (Roberto lava anche la sua Rallye 2!) alcuni decidono per una passeggiata in cammello, altri prendono il fresco in veranda bevendo una birra fresca (sì proprio una birra fra le dune!) e gli altri andiamo a fare manutenzione alle moto, Roberto lava il suo filtro K&N, io cerco di sostituire la lampadina fulminata del mio faretto fendinebbia Touratech (ma ho tutte le lampadine di ricambio tranne queste perché comprati subito prima di partire e non mi sono ricordato di aggiungere queste lampadine di ricambio alle altre! Così lo rimonto con un nulla di fatto, nel frattempo Alessandro taglia e corto circuita definitivamente il sensore di sicurezza del cavalletto e lo raddrizziamo (era anche un poco storto), per il cerchio non c’è molto che possiamo fare.

venerdì 20

La mattina Antonio, Nico, Roberto e Maurizio decidono di dare la sveglia all’albergo improvvisando un piccolo concerto davanti ogni camera (tanto oltre a noi c’è solo un’altra coppia ospite dell’Hotel)! Dopo colazione e la foto di rito sulle dune ripartiamo direzione Zagora! Quindi ripercorriamo quella strada già parzialmente fatta ieri e che seppur asfaltata attraversa una parte del deserto, il caldo è soffocante, anche in velocità ci sentiamo l’aria calda addosso, a destra e sinistra non c’è nulla, anche le macchine sono molto rare, è proprio il deserto! Maurizio, Marcello, Fabrizio ed io ci fermiamo di tanto in tanto per fare delle foto così rimaniamo più indietro rispetto agli altri. Verso metà strada decidiamo di fermarci per bere qualcosa di dissetante (il tè rimane sempre la cosa migliore in questi casi) e proprio lì incontriamo gli altri che hanno già consumato e si stanno apprestando a ripartire, Federico e Roberto invece sono già ripartiti in quanto hanno deciso di fare una pista che li porterà verso Nord così l’appuntamento è per la sera in albergo ad Ait Benhaddou! Mentre gli altri ripartono per Zagora sull’asfalto noi decidiamo subito di fare una pista che ci dovrebbe portare a Zagora in 70 Km di facile sterrato (così dicono)! Decide di unirsi a noi anche Alfredo, mentre Daniela dopo l’esperienza di ieri non se la sente e trova un passaggio sulla moto di Marcello che riparte subito, invece Alessandro, nonostante la ruota storta, decide di unirsi a noi. Così dopo esserci fatti spiegare, da alcuni locali, dove inizia la pista e la strada da fare partiamo, Giorgio ci saluta all’ingresso della pista mentre riceviamo l’SMS da Federico e Roberto che anche loro stanno iniziando la pista (Giorgio, grazie agli SMS e a quello che coordiniamo prima, ha praticamente la situazione continua di dove siamo tutti noi e la strada che facciamo così in caso di necessità sa dove deve intervenire!). Ma dopo poche centinaia di metri capiamo subito che la pista non è facilmente praticabile (a me si chiude lo sterzo su un mucchietto di sabbia e cado, Alfredo colpisce in pieno volto con la mentoniera del suo Evo 4 ancora aperta, un ramo e si graffia tutto), troppa sabbia e a quell’ora del giorno è proprio sconsigliabile (queste cose andrebbero fatte la mattina presto quando la sabbia è compatta!) così torniamo subito indietro, ed all’ingresso della pista incontriamo gli altri che tornano dalla strada asfaltata chiediamo loro il perché dopo circa 30 Km finisce l’asfalto ed inizia una pista, è su fondo duro! Bene non sarà quella indicata, ma la direzione è giusta ci porta anche questa a Zagora, senza indugi la imbocchiamo subito! Con l’occasione Alfredo decide di riunirsi al gruppo stradale, rimaniamo in 4 (Maurizio, Fabrizio, Alessandro ed io) con 4 diversi modi e generazioni di intendere il GS infatti abbiamo una gloriosa R 80 basic, una spartana e leggera F 650 Dakar, un’ipertecnologica 1200 e la mia classicissima 1150!

Dopo aver percorso i 30 Km di asfalto troviamo una bella strada bianca molto larga, ci illudiamo e pensiamo subito che con questo stradone possiamo camminare velocemente e i 70 Km circa che ci separano da Zagora li percorreremo in un attimo, ma dopo l’attraversamento di un paio di paesi e di un’oasi (proprio come quelle che disegnavamo da bambini con tanto di pozza d’acqua) lo stradone bianco finisce! E con esso finisce ogni traccia di pista, sappiamo che la nostra direzione è SW così iniziamo a seguire labili tracce a terra cercando di tenere sempre direzione SW, ogni tanto ci fermiamo, beviamo, studiamo il terreno e consultiamo la bussola, mano a mano ci avventuriamo sempre di più nel deserto, è un deserto roccioso, duro e fatto di colline da salire e scendere, un poco alla volta ci rendiamo conto che non ci sono grandi tracce da seguire, per lo più navighiamo con la bussola, siamo nel deserto! La pista era un’altra! Dopo circa 70/80 Km di colline pietrose da salire e scendere o aggirare ecco che dall’alto dell’ultima collina vediamo davanti a noi una piana nera, sembra un lago, in lontananza un’oasi con tanto di palme e della vita nelle vicinanze, ci consultiamo, la vediamo tutti e 4, non è un miraggio allora, la direzione è Sud Ovest e pensiamo di essere nelle vicinanze di Zagora, così scendiamo dalla collina e rapidamente, aprendoci a ventaglio, percorriamo tutta la piana, ci vengono incontro dei bambini, io sono emozionato, abbiamo attraversato circa 80 Km di deserto, seppur pietroso, e questi bambini vivono qui, ci vogliono vendere i fossili, li compriamo subito, mi tremano le mani per le forti emozioni che sto provando! Ripartiamo, attraversiamo l’Oasi dove vive una comunità di Tuareg e dopo un paio di Km incontriamo un tipo senza gambe che vive ai margini dell’Oasi, in una tendina, vende fossili anche lui e ci offre di comprare delle aranciate fresche! Ma come fa ad avere aranciate fresche con questo caldo? Presto svelato ha scavato una buca e le ha coperte con dei panni umidi! Ma chi passa da qui per comprare fossili e bere Oransoda? Ha un vecchio frigorifero a pozzetto da bar (ovviamente disattivato dove potrebbe prenderebbe la corrente?) con sopra alcuni adesivi di gruppi fuori – stradistici ovviamente pensiamo che questo sia il posto migliore per lasciare l’adesivo del BMW GS Club e così procediamo ad una piccola quanto significativa cerimonia di incollaggio dell’adesivo, il tipo è tutto contento, è senza gambe, vive ai margini di un’Oasi in pieno deserto e pure è contento, sorride e mette allegria anche a noi, nel frattempo scopriamo che a Zagora mancano ancora 55 Km!!! Non posso non ripensare a quei bambini che ci hanno venduto i fossili, vivono a 55 Km dal paese più vicino, vivono nel deserto senza acqua, ne luce, né null’altro, ma il mondo saprà della loro esistenza? Siamo fra i pochi a poter testimoniare della loro vita? Dopo queste brevi riflessioni il nostro amico sempre sorridente ci scrive su un biglietto il suo indirizzo, nome e cognome a 55 Km da Zagora e ci chiede di spedirgli le foto fatte insieme, lo faremo, ma gli arriveranno mai??? Ripresa la strada per Zagora dopo poco incontriamo altri bambini e non possiamo non fermarci una bambina mi vende una bambola di pezza fatta con le sue mani, la compro subito per portarla a mia figlia di 11 anni, chissà se riuscirò a fargli capire dove l’ho presa! Ora è sulla libreria di casa mia e quando la vedo non posso non ripensare al volto sorridente di quella bambina e a dove vive! Basta, Zagora è ancora lontana sono quasi le 17 e dobbiamo ripartire, rischiamo anche il buio direzione SW e via in movimento! Ora però il fondo non è più sassoso, ma è sabbia (non le dune, ma 20/30 cm di sabbia ci sono e alle volte anche di più! Una sola volta per fermarmi è stato sufficiente togliere il gas per fermarmi e lasciare la moto dritta senza cavalletto, per ripartire serve la compagnia della spinta!), quindi gas spalancato, peso indietro e procediamo, certo che Maurizio e Alessandro con la ruota da 21 vanno un poco più sicuri, ma aiutati dagli ampi spazi teniamo il gas ben aperto e procediamo senza problemi, speriamo solo che la sabbia non aumenti!!! Per fortuna arriviamo a Zagora senza ulteriori problemi in tutto abbiamo attraversato 120 Km di deserto in 4 ore!!! I maligni diranno poi che ci siamo persi, ma la traccia GPS parla chiaro!!! All’ingresso di Zagora incontriamo Giorgio che era preoccupato, loro erano rimasti ai 70 Km di pista! Giorgio aveva già avvisato la Gendarmeria e se non fossimo arrivati da lì a poco avrebbero cominciato a cercarci! Purtroppo dal canto nostro non avevamo copertura dei cellulari per avvisare dove eravamo, ci avevamo provato!!! Nel frattempo veniamo a conoscenza che Roberto e Federico sono regolarmente usciti dalla loro pista ed è tutto a posto, gli altri sono già ripartiti perché la strada è ancora lunga per arrivare ad Ait Benhaddou, mancano circa 3 ore di moto!!! Alessandro ha seguito uno che voleva raddrizzargli il cerchio, ma quando ha scoperto che volevano smontargli la ruota, è rapidamente tornato indietro. Poi dopo aver abbondantemente bevuto tè ben zuccherato ed acqua in abbondanza ci rimettiamo in marcia!!! Lungo la strada possiamo ammirare gli splendidi palmeti della valle del Draa mentre la risaliamo e poi percorriamo una bellissima strada di montagna che deve essere panoramica, ma ormai è praticamente buio e così non possiamo ammirarla più di tanto, giunti ad Ouarzazate chiediamo informazioni per raggiungere Ait Benhaddou dove finalmente arriviamo dopo ancora una ventina di minuti, ormai sono quasi le nove, li troviamo quasi tutti ad aspettarci fuori e preoccupati, è finita una giornata lunghissima ed emozionante la più bella di tutto il viaggio!!! Dopo poco a cena racconteremo la nostra avventura e sentiremo il racconto della pista fatta da Federico e Roby, con i problemi di attraversamento del letto di un fiume ed anche loro sono molto soddisfatti di aver fatto una pista molto bella ed impegnativa!!!

sabato 21

Dedichiamo la prima parte della mattina alla visita della vecchia Medina di Ait Benhaddou, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, è molto caratteristica! Qui hanno girato importanti film come “Lawrence d’Arabia” e “Il Gladiatore” del quale rimangono ancora tracce dell’arena! Sempre rispettando il concetto che non siamo un Tour Operator, ma un gruppo di amici in viaggio che si autogestiscono, Roby e Federico decidono di fare la famosa pista che taglia il passo del Tiz-n-Tichka e saltano la visita alla Medina! Noi dopo la visita torniamo in albergo e prepariamo le moto alla partenza, con Maurizio pensiamo anche noi di fare la pista, ma desistiamo sia per il caldo che a quest’ora è ancora troppo forte sia perché un poco ci sentiamo appagati dal percorso di ieri. Ripieghiamo per andare a vedere Telouet paesino all’uscita della pista fatta da Roby e Federico che in passato ha rivestito grande importanza commerciale e che ora è fuori dalle principali vie di comunicazione e pertanto poco frequentato dal turismo di massa. Nel frattempo gli altri si sono avviati verso Marrakech. Mangiamo degli spiedini di carne alla brace molto buoni e poi riprendiamo la marcia. Arrivati a Marrakech faticheremo non poco a trovare l’albergo che poi risulta proprio alle spalle della piazza principale! Non è un gran ché, ma almeno è in centro (di sabato sera a Marrakech è impossibile trovare un posto per dormire se non prenotato per tempo, Giorgio ha fatto il miracolo di trovarlo)! Sistemate le moto in un vicino garage, cerchiamo di fare una doccia (Giorgio, io, Emanuele e Maurizio non abbiamo neanche il bagno in camera e Maurizio sta anche male con la pancia!) poi usciamo, la piazza è un vero spettacolo, artisti di strada che si esibiscono, incantatori di serpenti, un trionfo di colori con bancarelle che fanno spremute di arance e limoni, e via dicendo. Alcuni vengono ammaliati da questa vita notturna e più di qualcuno pensa di saltare la tappa di Essaouira per fermarsi un giorno in più qui, ma poi in considerazione che tolta la piazza principale con la sua vita serale, e che trova la sua massima espressione proprio il sabato sera, e la Medina, che poi è simile a quella delle altre città arabe, non offre molto di più. Di contro è una grande città caotica, piena di traffico che poco c’entra con tutto il resto visto fino ad adesso, quasi ci disturba nel ricordo del silenzio del deserto o dell’austerità dell’Atlante!!! Per questo più tardi a cena in un bel ristorante panoramico con la terrazza sulla piazza mentre ceniamo quasi tutti decidiamo di rispettare il programma e domani mattina partiremo per Essaouira!!!

domenica 22

Al risveglio Maurizio e Federico stanno male, Maurizio ha un forte attacco di dissenteria, e Federico ha anche un poco d’influenza!
Dopo la prima colazione facciamo un giro dei negozi per acquistare cose caratteristiche, poi verso l’ora di pranzo partiamo per Essaouira, sono solo 170 Km di strada asfaltata che ci portano in riva all’Oceano Atlantico! Fabrizio, Alessandro e Marcello decidono di fermarsi un giorno in più a Marrakech, mentre Stefano e Barbara preferiscono andare a visitare Meknes.
Essaouira è un accogliente borgo sull’Oceano famoso per i surfisti, infatti incontriamo molto vento!!! La Medina è molto carina e facciamo gli ultimi acquisti, la sera mangiamo in un localino dell’ottimo pesce a meno di 10 Euro a persona!

lunedì 23

Ormai la vacanza volge al termine, la mattina partiamo alla volta di Asilà, ci aspettano 600 Km di strada, ma mentre tutti fanno la strada costiera, molto bella e panoramica io preferisco la strada interna, meno panoramica, ma meno trafficata (totale assenza di turisti) e mi godo gli ultimi scampoli di terra Africana guardando i contadini che a mano falciano il grano! All’uscita di un paesino vengo fermato dalla polizia per eccesso di velocità, hanno la pistola Laser! Mi fanno vedere sul display che andavo a 85 Km/h contro i 50 autorizzati dal limite, dopo le mie scuse che non mi ero accorto mi lasciano andare raccomandandomi la prudenza, anche perché ci  sono i bambini che attraversano la strada!
Nel frattempo Federico si è completamente ristabilito, mentre Maurizio carica la sua R 80 sul carrello e sale sul Land Rover.
Lasciata alle spalle quest’ultimo scampolo d’Africa per me e di strada panoramica sul mare per gli altri, procediamo velocemente sull’autostrada lambendo le città di Casablanca e Rabat.
La sera ad Asilà ci raggiungono anche Fabrizio, Marcello e Alessandro che si erano fermati a Marrakech, mentre Stefano e Barbara ci hanno comunicato via SMS che sarebbero andati direttamente a Tangeri.
La cena ha un poco il sapore della fine del viaggio con i saluti (domani Maurizio, Emanuele, Antonio e Carla da Malaga riprenderanno l’aereo per l’Italia) i discorsi e le promesse di rincontrarci tutti!
La sera riceviamo un SMS da Stefano che ci comunica gli orari dei traghetti per domani e che almeno mezz’ora prima dobbiamo essere lì, meno male così ci risolve il problema di che ora partire, grazie Stefano, meno male che sei a Tangeri!

martedì 24

Facciamo colazione di buon ora e poi via per Tangeri, meno di mezz’ora e siamo in porto, abbiamo scelto Asilà proprio per la sua vicinanza a Tangeri senza infilarsi nella bolgia della grande città con 11 moto, un Land Rover e carrello, già ci è bastata l’esperienza di Marrakech!!!
Giunti in porto scopriamo che i traghetti sono tutti in ritardo causa mare agitato, gli amici di Formia incominciano a temere di perdere l’aereo che dovrebbe partire alle 18, ma visti i ritardi......, mentre aspettiamo carichiamo anche la moto di Antonio sul carrello e finalmente saliamo a bordo, leghiamo molto bene le moto, e aspettiamo in trepidante attesa, soprattutto chi deve prendere l’aereo!!!
Finalmente giungiamo in Spagna, siamo tornati in Europa, ma non abbiamo tempo per pensarci, c’è un aereo che parte! Così si decide che Emanuele sale sulla moto di Nico (Cinzia si sposta temporaneamente sulla Jeep), Carla sulla moto di Roby, Maurizio con Federico e Antonio con Alfredo (anche Daniela si sposta sulla Jeep provvisoriamente), così speriamo che con le moto possano correre di più e sbrigarsi prima nel traffico, alle 17,10 sono tutti in aeroporto, il volo è preso, i bagagli sono rimasti tutti sul Land Rover, li riprenderanno a Roma a fine settimana, partono con uno zainetto ed il casco, non hanno parole per ringraziare chi gli ha consentito di rientrare in tempo! Noi ci ricompattiamo e prendiamo la via per Granada.
La sera cena in albergo e poi la visita all’Alhambra prenotata per alcuni. Io anche avrei la visita prenotata, ma sono molto stanco e svuotato, ora che siamo rientrati in Europa e tutto è andato bene, i dubbi della vigilia sono fugati mi sento completamente privo di energie!!! Così opto per un Kebabb (un panino tipico) con Giorgio e poi subito a letto! Ma ora tocca a me, comincio a sentirmi male, di corsa in albergo ed in bagno, la notte avrò la febbre alta.

mercoledì 25

Oggi il programma prevedeva di andare a Toledo, ma la totalità delle persone ha preferito tornare a Barcellona, così accertato che nessuno andava a Toledo anche Giorgio si orienta per Barcellona, la mattina io sto ancora malissimo così partiamo in ritardo, ma partiamo (Giorgio non voleva farmi partire viste le condizioni, ma per Barcellona ci sono circa 900 Km ed al massimo 2 giorni di tempo, quindi preferirei cominciare ad avvicinarmi, non so domani come mi sentirò ed in più abbiamo tutti biglietti nave, così alle 11 circa lasciamo l’albergo, ogni 100 Km massimo ho bisogno di fermarmi, vado in bagno, bevo un tè e poi mi addormento sulla sedia, la scena si ripete varie volte, tanto che alle 9 di sera abbiamo fatto appena 400 Km in 10 ore! Siamo poco a sud di Valencia, ma almeno ci siamo avvicinati!
Gli altri sono giunti a Barcellona e stanno andando a cena tutti insieme, Nico mi chiama e mi manda vari SMS per sapere come sto e si offre di tornare per guidare la mia moto (i posti sul carrello sono pieni), ma rimandiamo ogni decisione al mattino dopo, spero di stare meglio!

giovedì 26

Mi sento meglio così faccio la doccia bevo un te a colazione, una visitina in bagno e partenza, con qualche sosta obbligatoria per i bagni arriviamo a Barcellona in tempo per salutare Fabrizio, Alfredo e Daniela che stanno per partire per Civitavecchia e Roby, Federico, Marcello e Alessandro in partenza per Genova, noi la nave la abbiamo domani! Preso possesso della stanza, e del bagno, usciamo a fare due passi per Barcellona ed andiamo a mangiare la famosa e tipica Paella spagnola..

venerdì 27

La mattina facciamo un giro per Barcellona, Giorgio ed io da velisti non possiamo esimerci da una visita al porto che ha ospitato i giochi olimpici “Barcellona 92”.
Nel pomeriggio torniamo a prendere le moto e via verso la nave, è in ritardo! L’imbarco doveva essere per le 17, ma la nave arriva alle 19, finalmente a bordo la traversata scorre liscia e tranquilla.

sabato 28

Finalmente anche noi (Nico e Cinzia, Stefano e Barbara, Giorgio ed io) rimettiamo piede in Italia, dopo gli ultimi saluti Nico e Cinzia riprendono la via di Milano, mentre noi quella di Roma, e mentre l’autostrada scorre veloce dietro alla visiera del casco e in lontananza ci sono dei nuvoloni neri presagio di un temporale che fra poco ci coglierà, con gli occhi della mente ripenso agli infiniti spazi ed al silenzio del deserto, all’immensità ed austerità delle montagne dell’Atlante, ma soprattutto agli sguardi dei bambini siano essi berberi che tuareg, con il cuore penso già a quando, come e dove tornare in Africa per cercare di riprovare queste sensazioni così forti, così uniche e che tanto mi segnano dentro ogni volta!!!
QUESTO E’ MAL D’AFRICA!!!!!

Ringraziamenti
  • Il BMW GS Club e tutti i partecipanti al Tour ringraziano sentitamente

  • Giorgio Ricci, il nostro angelo custode che la sua professionalità e competenza ci ha permesso di affrontare questa avventura in maniera del tutto sicura, tanto che, come difficoltà, ci è sembrata poco più di una scampagnata fuori porta!!! E con la sua simpatia ha saputo sdrammatizzare e rendere piacevoli i momenti di diffocoltà!!!

  • Collalti Motors l’officina romana si è messa a disposizione di tutti i partecipanti fornendo consigli ed offrendo assistenza e possibilità di preparazioni e controlli anche per l’affidabilità delle moto in vista di un impegno gravoso!!! Ha inoltre offerto a tutti i partecipanti una maglietta (in foto) commemorativa del Tour!!!

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